venerdì 27 febbraio 2015

Recensione: "Petite"

Buon venerdì Fantasmi! Un'altra settimana sta finendo e io, come al solito, ho una nuova recensione pronta per voi.. oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi è stato gentilmente inviato dalla Piemme e che aveva stuzzicato la mia curiosità visto il tema delicato che affronta.
Petite non è stata esattamente la lettura che mi aspettavo e con molto dispiacere ho dovuto bocciarlo..

Nouk è malata, anche se ancora non lo sa,
e questa è la sua terribile storia.

Titolo: Petite
Autore: Geneviève Brisac
Prezzo: 15,00€
Pagine: 129
Pubblicazione: 2015
Editore: Piemme


Valutazione
Trama: Nouk ha solo tredici anni, ma pensa di essere già cresciuta troppo. Vuole rimanere piccola come le sue sorelle, belle e bionde. Così decide di smettere di mangiare: niente più brioche, niente più formaggio, niente più cioccolata. Solo una caramella ogni tanto per riuscire a restare in piedi tutto il giorno e sfiancarsi di corsa e ginnastica. Nouk è malata, anche se ancora non lo sa, e questa è la sua terribile storia.


Avete presente quella sensazione di euforia quando, dopo averlo tanto desiderato, potete finalmente stringere tra le mani un libro? Ecco, questo è ciò che mi è successo con Petite, un romanzo piuttosto breve in cui l'autrice racconta i suoi anni nel baratro dell'anoressia. Se mi conoscete e se seguite il mio blog sapete già che questo tema mi sta davvero a cuore e che, salvo rare eccezioni, i libri drammatici o con elementi forti sono quelli che più mi emozionano e che riescono ad aggiudicarsi un posto speciale nel mio cuore.
Come avrete capito, purtroppo, Petite non è stata la lettura che mi aspettavo. Non penso di poter dire che mi ha delusa, perché le testimonianze racchiudono sempre pensieri e riflessioni interessanti, ma questo romanzetto è riuscito a darmi l'orticaria, non so come altro dirlo: è stata una lettura fastidiosa!
Il problema più grande, secondo me, è che questo romanzo è stato scritto troppo tardi. La malattia di Nouk, soprannome di Geneviève Brisac, inizia quando l'autrice ha appena 13 anni, mentre il libro è stato scritto la bellezza di 30 anni dopo. Petite è stato infatti pubblicato per la prima volta nel 1994, prima di approdare in Italia, il mese scorso, grazie a Piemme. Posso solo immaginare cosa significhi mettere nero su bianco la propria storia e ammiro il coraggio dell'autrice, ma visto il lasso di tempo trascorso troppi dettagli sono andati persi, Geneviève stessa ammette più volte, nel corso della storia, di aver dimenticato quasi totalmente quegli anni bui della sua adolescenza.. e purtroppo si nota, si nota molto.
La lettura risulta troppo confusa, quasi priva di un filo logico.. la narrazione passa dalla prima alla terza persona, dal presente al passato senza nessun tipo di stacco e il risultato è un groviglio di ricordi, scene ricostruite, salti temporali caotici e, vorrei non doverlo dire, mi è presa un'antipatia verso la protagonista che mi ha rovinato davvero la lettura. L'ho trovata irritante, superficiale e.. non so, quasi viziata. Tutto ciò che ruota intorno alla sua anoressia resta quasi senza spiegazione, così come il finale che, a dirla tutta, è inesistente. A un certo punto la storia viene interrotta senza nessuna conclusione soddisfacente, come se l'autrice si fosse semplicemente stufata di scrivere e al lettore non è dato sapere niente. O meglio, il fatto che tutt'oggi l'autrice sia in salute e che abbia scritto il libro fa supporre che, alla fine, sia guarita, ma da lettrice se compro un libro - soprattutto una storia vera - vorrei per lo meno sapere come si conclude.

Convivo con la fame, la domo, la domino, l'addomestico, l'addormento. Dopo essesi sfogata crudelmente si calma da sola, basta aspettare. So che una caramella riesce a trarla in inganno. Mi piace sentire la sensazione di fame per tutto il giorno, appena sopra il plesso solare, come una corrente d'aria che mi ricongiunge all'aria del cielo. Credo che la fame mi dia un'energia inesauribile, una leggerezza speciale.
Se non mangio niente, mi dico, niente mi mangerà.

Insomma, non è stata una delusione cocente, nonostante gli abbia assegnato solo 2 stelle, ma purtroppo non me la sento di consigliarlo. Da questa lettura mi aspettavo più emozioni, ciò che invece resta alla fine sono solo domande: chi è davvero Nouk, cos'è che l'ha spinta verso l'anoressia? Ha sofferto, è guarita? Grazie a chi?
E invece nulla, 130 pagine vuote che lasciano davvero poco e non portano a niente, nonostante coprano la bellezza di almeno 4 anni, praticamente tutta l'adolescenza dell'autrice. L'ho trovato quasi uno sfogo confuso e personale, più che una storia mirata a raccontare la propria malattia e a passare, magari, un messaggio positivo. Da quest'accozzaglia di ricordi purtroppo non ho tratto nessun insegnamento, niente che possa aiutare una ragazza a superare davvero un momento terribile o che in qualche modo possa indurla a chiedere aiuto. E se le testimonianze non sono fatte per insegnare, allora a cosa servono? A fare ordine nella propria testa? A buttar fuori delle emozioni? Per quello basta un quaderno e una penna. Una storia non merita di essere stampata e venduta solo perché è drammatica.
Mi rammarica molto dirlo, ma se il tema dell'anoressia vi sta a cuore e volete affrontare una lettura che tratti l'argomento, in libreria troverete sicuramente qualcosa di più soddisfacente.
Io, come al solito, non posso far altro che consigliarvi Wintergirls, di L.H Anderson.


I consigli dell'Antro:
Cibo/bevanda: caramelle alla nocciola
Da leggere: in poco tempo
Voglia di: una lettura veloce

7 commenti:

  1. Condivido il tuo parere, quella narrazione così strana confonde molto e non aiuta ad apprezzare il libro. Anche io mi aspettavo molto di più...

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    1. Anche io mi ero ritrovata molto nella tua recensione.. devo dire che, fin'ora, non ho trovato nessun parere del tutto positivo su questo libro :( peccato perché se sfruttata meglio poteva essere davvero interessante!

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  2. No Rowan, in Italia era già arrivato nel 1995 con il titolo di Piccola. Sono una lagna scusa xD
    Comunque, quando desideri un determinato libro per un anno e poi si rivela una delusione che cosa brutta e triste! E' vero è un'accozzaglia di ricordi buttati su carta a casaccio, perchè poi alla fine parla del nonno... e della malattia ce ne siamo bellamente dimenticate? ._.

    Consigli caramelle alla nocciola? Se me le trovassi davanti probabilmente le lancerei dalla finestra!

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    1. Sì Lumi, lo so, ne avevamo già parlato :) non sono stata lì a specificare, visto che ormai era fuori catalogo da un milione di anni.
      Be', cerco sempre di consigliare il cibo o la bevanda che più rispecchia il libro, direi che le caramelle alla nocciola non potevo snobbarle, anche se ho finito con l'odiarle, dopo la lettura U.U
      Peccato si sia rivelato una delusione, mi aspettavo davvero tanto :(

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  3. Oh Wintergirls! Ce l'ho in libreria e sono curiosa di iniziarlo^^
    Di solito prima di leggere un libro non guardo molte recensioni ma per i libri che in teoria affrontano temi forti mi piace prima vedere un po' di pareri, beh nel caso di Petite non avevo neanche intenzione di prenderlo e dopo la tua recensione proprio mi è passato di mente, mi spiace non darli una possibilità ma ho tante belle letture che mi aspettano per cui

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